La convenienza non si ferma al carico fiscale
Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano
Testata: “Il Sole 24 Ore”
Il tema delle operazioni straordinarie si presta sempre a considerazioni diversa natura. Sotto un primo profilo, nel corso degli ultimi due anni, sia pure di fronte a una legislazione civilistica e fiscale sostanzialmente immutata, sono comunque interpretazioni e prese di posizione della giurisprudenza che concretamente cambiano l’appetibilità o meno di certe scelte: si pensi come esempio più significativo al “via libera” che hanno avuto le operazioni di scissione seguite dalla cessione della società che detiene una azienda, ora considerate prive di intento elusivo di abuso del diritto. Dal punto di vista della valutazione di convenienza offerta dalla normativa fiscale, invece, non si può fare di si succedute hanno a meno di notare come l’incertezza sul futuro finisca per gravare in alcuni casi sulle scelte delle imprese. Il tema al centro del dibattito politico in attesa della manovra di bilancio 2019, infatti, è proprio quello della rimodulazione delle aliquote dell’Ires e dell’Irpef.
Anche in questo caso è possibile ricorrere a un esempio “estremo”: pensiamo all’incertezza che grava su una società che intende ricorre all’operazione straordinaria di fusione, nella classica ipotesi di aggregazione e semplificazione dei gruppi societari, in termini di scelta dell’affrancamento dei plusvalori sui cespiti aziendali con le aliquote agevolate previste dal sistema. Sembra dunque corretto concludere che, in questa fase delicata di transizione e di rimodulazione del livello di tassazione, il ricorso ad operazioni di tipo straordinario sia maggiormente influenzato da altre variabili piuttosto che da quella fiscale. Proviamo ad analizzare alcune delle finalità per cui si ricorre ai diversi tipi di operazioni, segnalando anche i maggiori spunti che emergono dagli interventi interpretativi e giurisprudenziali degli ultimi tempi…