Fondo Cdp, potenziale elevato ma procedura da definire

Autori: Primo Ceppellini e Roberto Lugano
Testata: Il Sole 24 Ore

L’intervento più corposo a favore delle imprese di maggiori dimensioni – con un fatturato superiore a 50 milioni di euro – è previsto dall’articolo 27 del decreto Rilancio (Dl 34/20). Si tratta di una norma complessa, soprattutto perché deve disciplinare in primo luogo l’istituzione di uno specifico patrimonio destinato da parte della Cassa depositi e prestiti (Cdp). Un patrimonio che, suddiviso in comparti, potrà successivamente intervenire con misure di supporto (sostanzialmente immissione di fondi a titolo di capitale o a titolo misto) per le imprese che vi faranno ricorso. Esaminiamo le caratteristiche di questa misura dal punto di vista delle imprese (si veda anche la grafica in pagina), prescindendo dalle regole di funzionamento del patrimonio destinato della Cdp.

I requisiti soggettivi

Sono interessate le società per azioni, anche cooperative, che possono essere anche quotate in mercati regolamentati, purché non operino nei settori bancari, finanziari, assicurativi. La norma esclude le Srl: è vero che questi soggetti non possono emettere obbligazioni (uno degli strumenti di investimento del patrimonio destinato), ma potrebbero emettere titoli di debito e comunque essere il veicolo per un intervento a valle in società per azioni.

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