Leveraged Cash Out in caso di previa rivalutazione di partecipazioni
Autori: Primo Ceppellini e Ivetta Macellari
Testata: Corriere Tributario
L’operazione di Leveraged Cash Out (LCO), con la quale si attua la monetizzazione delle partecipazioni previamente rivalutate, concretizza un comportamento abusivo quando ha un contenuto “circolare”, nel senso che attua sostanzialmente una “cessione a se stessi”: in tal caso, a parere dell’Amministrazione finanziaria, la ratio legis della rivalutazione facoltativa – che consiste nel favorire la circolazione delle partecipazioni – viene tradita e dunque il risparmio ritratto (la trasformazione di dividendi in plusvalenze con la conseguente possibilità di beneficiare della rivalutazione) risulta indebito.
La giurisprudenza ha confermato la liceità di tali operazioni sul presupposto, sia della presenza di una effettiva sostanza economica e/o di ragioni extra fiscali non marginali, sia avendo riguardo alla stessa finalità dell’istituto della rivalutazione. Pertanto, il rischio di contestazione di tale operazione non può che essere valutato caso per caso in base alla sua “tenuta” sotto il profilo di questi specifici elementi giuridici, e quindi, in ultima analisi, delle motivazioni a supporto che si è in grado di fornire.
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